Le api sono piccoli insetti dall’importanza fondamentale per la sopravvivenza del nostro pianeta.
Gente comune e jet set si stanno prodigando per promuovere iniziative e sensibilizzare il mondo alla protezione delle api, ormai a rischio da anni e così importanti per il loro talento di impollinazione dei vegetali.
Oggi parliamo con Tarcisio, il nostro papà, apicoltore per passione da anni.
🏡 Quando e per quali motivi hai intrapreso l’attività di apicoltore?
🐝 La mia passione per l’apicoltura inizia a metà degli anni 80, ho cominciato per hobby con poche arnie insieme ad un carissimo amico. Hobby che a malincuore ho abbandonato per gli impegni professionali che non mi permettevano di avere una cura costante e attenta del nostro apiario. Ho ripreso l’attività circa 10 anni fa, da pensionato, per tenermi occupato. Le poche arnie iniziali si sono moltiplicate nell’attuale apiario, L’Apiario di Antey, che conta oggi una quarantina di famiglie.
🏡 Cosa significa fare l’apicoltore?
🐝 Amare l’ambiente in cui vivo prendendomi cura di questo insetto straordinario, operoso ed unico… rimanere stupito dalla perfetta organizzazione di questa famiglia che si può definire matriarcale e i cui membri hanno ruoli ben definiti e fondamentali per la sopravvivenza dell’ape regina e della sua colonia.
🏡 Qual è il lavoro di un apicoltore e che tipo di apicoltura pratichi?
🐝 Sono un apicoltore stanziale, mi piace prendermi cura delle mie api e seguire tutte le fasi che portano alla produzione del miele. Il nostro apiario è basato ad Antey, a 1.000 metri s.l.m.. D’estate una minor parte dell’apiarioviene trasferito in montagna a 1.800 metri s.l.m. per la bottinatura del rododendro e dei fiori di alta montagna e ci rechiamo a controllare le arnie ogni 2 giorni.
🏡 Sei anche un ottimo conoscitore della flora e delle piante che crescono intorno al tuo apiario.
🐝 Avere delle basi di botanica è fondamentale per riconoscere le essenze e poter discernere la bottinatura a seconda delle differenti fioriture. Ogni stagione ha la sua fioritura e le essenze trasmettono caratteristiche organolettiche differenti al miele.
🏡 Quali sono le fasi fondamentali per la produzione del miele?
🐝 Tutto inizia con la bottinatura ovvero con la raccolta di nettare e polline. Si procede quindi alla “raccolta” ovvero al prelievo del miele maturo che le api depositano nei melari. È fondamentale avere cura di lasciare nelle arnie il fabbisogno di mielenecessario per la sopravvivenza della colonia. A questo punto il lavoro è svolto in laboratorio per la smielatura: si procede alla disopercolatura, alla centrifugazione, alla filtrazione, alla maturazioneed infine all’invasettamento.
🏡 Quale tipo di miele produci?
🐝 La produzione del miele è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche e dal sito in cui risiede l’apiario. Essendo un apicoltore principalmente stanziale, ad Antey produco sostanzialmente tre tipi di miele: il tarassaco, il tiglioed il millefiori. Durante i mesi di luglio e agosto una parte delle arnie è portata in quota durante la fioritura del rododendroe per la produzione del miele millefiori di montagna.
🏡 Per concludere, qual è la situazione dell’apicoltura nel territorio valdostano?
🐝 Non conosco benissimo la situazione del nostro territorio, ma ho notato l’incremento di associati alla nostra cooperativa. La nostra cooperativa conta un gruppo di apicoltori eterogeneo per età e per impegno; ci sono giovani, meno giovani come me, chi pratica l’apicoltura per passione e chi ha trasformato questa passione in un lavoro. Ultimamente c’è un accresciuto interesse per l’apicoltura da parte di Comuni che grazie al progetto “Comuni amici delle api” stanno sensibilizzando la popolazione locale e puntando su un turismo consapevole e rispettoso dell’ambiente.
Grazie a Tarcisio, per averci dedicato del tempo e per averci incuriosito sul piccolo mondo racchiuso nelle arnie🍯🍯🍯.
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Se vuoi scoprire curiosità o hai domande sulla società delle api, scrivici.
Andare in vacanzasempre nello stesso luogo può sembrare noioso e orfano dell’ebrezza della scoperta, della novità, dell’accrescimento esperenziale; eppure, ogni volta si realizza una magia e lo stesso luogo ci regala emozionidifferenti e qualcosa di inatteso.
Durante la prima visita si vuole vedere tutto in poco tempo e la tendenza è di frequentare i luoghi più conosciuti e frequentati. Con le visite successive ciò che attira è il particolare, le consuetudini del luogo e ampliare la propria esperienza legata al territorio.
Alla fine, ognuno di noi ha un luogo in cui tornare con consuetudine: un posto sicuro, un posto di ricordi, un posto da riscoprire nei suoi cambiamenti, un posto per ritrovare la panchina, l’albero, il muretto, le persone che sono entrate nel cuore.
Ognuno di noi ha un luogo di vacanza del cuore, un luogo in cui fare ritorno, luogo per leoccasioni speciali.
Antey per noi è il luogo del cuore, dei nostri natali, è un piccolo e tranquillo paese di montagna che ha saputo fare breccia anche nel cuore di molti ospiti e amici di Maison du Tatà ed è proprio attraverso i loro racconti che vogliamo farvelo scoprire.
Era l’agosto 2010, io ero in gravidanza, non volevamo allontanarci troppo da Genova e non potevamo salire troppo di altitudine, siamo capitati ad Antey per caso…. e da quel giorno non la abbiamo mai lasciata!!!
Siamo rimasti affascinati dalla quiete, dalla possibilità di fare belle camminate e dalla comodità nel poter raggiungere altre località come la bellissima Cervinia, la fantastica Torgnon o la famosissima Saint-Vincent.
Per noi, trascorrere il weekend ad Antey significa staccare la spina, allontanarsi dal caos della città e ritrovare la pace e la tranquillità, il tutto ammirando la vetta del Cervinodalla piazza principale del paese.
Per concludere vorrei citare anche la struttura che ci accoglie sempre con una cordialità ineccepibile e i suoi appartamenti curati in ogni minimo dettaglio, la Maison du Tatà presso la quale ci attende la famiglia Navillod, persone splendide con le quali abbiamo stretto un rapporto speciale.
Insomma, Antey Saint André è una meta da scoprire!!
Roberta, Walter e Fabio
A chi mi chiede: “qual è il tuo luogo del cuore?” rispondo senza esitazioni “Antey-Saint-André”.
Da bambina ci trascorrevo le vacanze estive e da adulta ci ho portato i miei figli. Anche per loro la vacanza ad Antey è diventato un appuntamento irrinunciabile. Cosa ci piace? La natura, la tranquillità, l’accoglienza, il sentirsi al tempo stesso in vacanza e a casa.
Personalmente adoro il paesaggio, il verde dei prati e dei boschi, il silenzio che accompagna le passeggiate.
Se mi capita di arrivarci di sabato mattina, mi piace perdermi nel suo mercato colorato.
Un luogo di Antey che rivedo ogni volta con piacere è la chiesetta di Navillod: ci si arriva percorrendo un breve ma ripido sentiero che parte dalla piazza. Da lassù si può scorgere una bellissima vista sul paese e se il cielo è privo di nubi, il Cervino.
Silvia, Gualtiero, Leonardo e Paolo
Adoro la montagna d’estate; meglio se a giugno per le giornate lunghe e la natura che si risveglia: prati in fiore, fiumi ricchi di acqua, un’energia che si percepisce e ti ricarica.
Ho scelto Antey perché il paesino ha una dimensione umana, è tranquillo e facilmente accessibile, si raggiungono agevolmente Cervinia, Saint-Vincent e la bellissima Aosta.
Nelle vicinanze ci sono tanti servizi e passatempiche accontentano tutta la famiglia: il parco avventura sugli alberi, la palestra di arrampicata, il parapendio, i castelli, i musei, i laghetti per la pesca sportiva, i massaggie molto altro.
Tra le varie possibilità di soggiorno ho trovato Maison du Tatà una sistemazione ideale e super confortevole. Appartamenti spaziosi, confortevoli e curati, gestiti da una famiglia di valdostani doc, gentili e disponibili.
Dall’appartamento partono sentieri per delle bellissime passeggiate pomeridiane e per raggiungere il centro del paesino con il supermercato, il negozio di prodotti tipici, i bar e i ristoranti senza dover prendere l’auto, finalmente!
Quello che mi ha colpita è stato ritrovarmi immersa nella natura, nella tranquillità dei boschi, nel profumo dei prati in fiore, pur stando a due passi dalla strada.
Ormai non posso più fare a meno di una vacanza ad Antey, la sogno tutto l’anno. Sogno soprattutto l’ottimo miele di L’Apiario di Antey e lo yogurt della locale azienda agricolo Lé Barme, sono squisiti.
Mia figlia è felicissima quando incontra “le piccole” della famiglia Navillod e può giocare con loro nel giardino di Maison du Tatà.
La nostra vacanza ad Antey ci piace perché ci si rilassa moltissimo, si cammina tanto e senza sforzo ci si rimette in forma.
L’ideale sarebbero 15 giorni a giugno e 15 giorni ad ottobre per la festa delle mele, per stare al top nel corpo e nello spirito!
Sarà la gentilezza della gente di montagna, saranno i turisti educati, sarà che tutta quella bellezza e quella pace ci fa essere tutti più calmi e felici ma davvero sono giorni in cui scarichi ansia e tensioni accumulate e dormi come un bambino!!
Quando si riparte ci si lascia un pezzetto di cuore e si comincia il conto alla rovescia per la prossima vacanza…
L’interesse verso i mezzi elettrici cresce di anno in anno e la bicicletta elettrica sta rivoluzionando il mondo della mobilità sostenibile, anche in vacanza. Queste biciclette di ultima generazione sono dotate di pedalata assistita grazie ad un leggero motore elettrico, supportando così il ciclista anche nei tratti più faticosi. Un modo nuovo di praticare la mountain-bike: un’attività adatta a chiunque ami scoprire angoli di natura incontaminata, vivere avventure su due ruote fuori città e pedalare senza fatica anche quando i dislivelli sono importanti.
Antey apre le porte alla magia della biciclettaelettrica
Antey sta al passo coi tempi e promuove l’ecosostenibilità, offrendo a partire dal prossimo mese di maggio, un campo base per il turismo su due ruote di bike adventures. Non solo noleggio di e-bike ma molto di più: Ride the Planet è una vera e propria base operativa per i professionisti e i neofiti del mondo della mountain-bike tradizionale e della e-bike. Un luogo in cui trovare assistenza meccanica, servizio navetta, guide mtb certificate e punto informazioni per scoprire percorsi dedicati a ogni livello di conoscenza del mondo e-bike.
Una guida mtb non è solo un istruttore, è un compagno di viaggio che racconta i luoghi che attraversa e le persone che incontra, è un’immersione nella natura e nel vissuto delle nostre montagne. L’istruttore è colui che consiglia e segue le prime pedalate di chi si cimenta per la prima volta in questa attività; è l’amico che accompagna tutta la famiglia su strade sterrate per raggiungere un lago cristallino ai bordi del quale mangiare il pranzo al sacco; è l’allenatore che sprona chi ama spingersi oltre i propri limiti e sentire l’adrenalina scorrere nelle vene.
Maison du Tatà è partner di Ride the Planet, ne condivide l’anima green e l’amore per la Valle d’Aosta e per le montagne che la circondano. Per i clienti di MdT la partnership prevede bike tours con guide certificate e staff con esperienza e competenze di altissimo livello, acquisite in decenni di attività sui percorsi dell’arco alpino e del centro-nord Italia. I nostri ospiti godono di tariffe preferenziali e della possibilità di prenotare l’e-bike al momento del check-in in struttura o in sede di prenotazione dell’appartamento sul nostro website; inoltre la sede di Ride the Planet è comodamente raggiungibile a piedi (si trova a soli 100 metri da MdT) dal sentiero che affaccia sul nostro giardino.
Esperienze per tutti e per tutti i gusti!
La Valle d’Aosta è attraversata da numerose strade sterrate che permettono di organizzare escursioni di differenti livelli di difficoltà, dalla semplice gita di mezza giornata, all’escursione giornaliera ovvero all’esperienza full immersion con tour e-bike plurigiornalieri.
La vallata del Cervino è un’esperienza unica e un’avventura da togliere il fiato
Gli appassionati esperti di e-bike troveranno acido lattico per i propri muscoli, panorami da lasciare senza fiato e ricordi indelebili da portare a casa.
L’esperto team di Ride the Planet garantisce:
✅ L’esclusività dell’helibike con partenza da Antey.
✅ Il brivido di pedalare in estate sul ghiacciaio del Plateau Rosa.
✅ L’unicità di 7.000 metri di riding con tre discese ai piedi del nobile scoglio d’Europa, il Cervino.
✅ L’internazionalità di spostarsi su percorsi tra Zermatt e Cervinia.
✅ L’accessibilità a sentieri che si diramano in boschi di conifere e latifoglie e tra pietraie che sfiorano i 3.000 metri.
Cosa mettere nello zaino per un’escursione in e-bike
✅ Generi di conforto: una scorta di acqua (consigliamo almeno 1 litro in una borraccia termica plastic free), qualche barretta energetica o un sano pranzo al sacco per le escursioni più lunghe.
✅ Attrezzatura tecnica: giacca antivento e antipioggia, maglia di ricambio, copertura antipioggia per lo zaino (anche un banale sacchetto di plastica può andare bene), dispositivo gps o mappa, torcia (meglio se da casco o da manubrio).
✅ Manutenzione: esistono in commercio pratici e ben organizzati kit di primo intervento oppure è possibile noleggiarli.
✅ Emergenza: controllare il livello di carica della batteria del cellulare ed eventualmente portare con sé una power bank, documento d’identità, kit di primo soccorso, fazzoletti di carta, fischietto di segnalazione.
Cosa trovi a Maison du Tatà
🏡 Ricovero custodito per la tua e-bike
🏡 Tubo dell’acqua per la pulizia della tua e-bike
🏡 Lavanderia attrezzata con lava-asciuga
🏡 Giardino per lo stretching e il relax post escursione
🏡 Studio “Il Massaggio” per dare sollievo ai tuoi muscoli
Prenota il tuo appartamento e il ritiro della tua e-bike, lo staff di Ride the Planet preparerà e riserverà l’e-bike per te.
Ti aspettiamo a Maison du Tatà per montare in sella e scoprire gli itinerari in bici della Valtournenche!
Rievocazioni storiche con costumi tradizionali e momenti di grande coesione sociale a febbraio nella nostra regione
Nel 2021 il Carnevale si ferma, le maschere tipiche dovranno attendere tempi migliori per tornare tra la folla, ma non i ricordi di coloro che ne condividono l’amore e la passione, attraverso le storie e le emozioni di una festa unica. Espressione di vitalità e di allegria, con il suo carattere spensierato e trasgressivo, ha accompagnato, per un secolo intero, la vita della nostra comunità valdostana, raggiungendo via via un’importanza che va al di là della semplice tradizione. In un’epoca caratterizzata dalla progressiva perdita della cultura popolare, il Carnevale è un importante momento di aggregazione, un appuntamento con la tradizione festeggiato da tutti: grandi e piccoli, giovani e meno giovani. Rappresenta il risveglio della natura e la morte dell’inverno, il ponte tra passato e futuro, la sinergia tra sacro e profano.
“Il carnevale non è precisamente una festa che si offre al popolo, ma una festa che il popolo offre a se stesso” Goethe, Viaggio in Italia.
Courmayeur
Il “Beuffon” è la maschera simbolo del carnevale di Courmayeur. Nei giorni precedenti il Martedì Grasso, nelle vie del paese e nelle strutture ricettive è possibile incontrare questi personaggi variopinti che con i loro campanelli e la loro allegria, hanno il compito di annunciare il Carnevale. Il costume dei Beuffon, apparso all’inizio del novecento a Dolonne, frazione di Courmayeur, è un’interpretazione ironica di una divisa militare con campanelli e un bastone con il quale allontana la folla durante la sfilata dei carri allegorici. È suo compito infatti, mantenere l’ordine durante la festa, oltre ad introdurre e annunciare l’arrivo del Carnevale.
Pont-Saint-Martin
Il Carnevale di Pont-Saint-Martin è nato nel 1902, figlio del XX secolo. Nel 1910 ha inizio la tradizione alla quale si ispira tuttora la nostra manifestazione. Esiste, da parte degli abitanti di Pont-Saint-Martin, un enorme attaccamento per questa manifestazione, tanto da iniziare i festeggiamenti il 6 gennaio alle 5 del mattino intonando per le vie del paese l’inno del Carnevale. La celebrazione mette in scena la storia dell’invasione romana della Valle d’Aosta, la leggenda che vede il Diavolo costruire un ponte per far transitare San Martino e poi si ritrova da lui beffato e la leggenda della fata del Lys che vuole per rabbia distruggere il paese, ma poi si intenerisce e lo risparmia. Ciascuno di questi personaggi rappresenta un aspetto del carnevale e questo spettacolo di colori, esuberanze, accese coralità che anima 4 giorni dal sabato al martedì grasso. Momenti clou:
Sfilate di carri e gruppi mascherati
Serate danzanti
La tradizionale fagiolata del lunedì
La caratteristica corsa delle bighe
Il rogo del diavolo ed i fuochi piromusicali del martedì grasso
Il diavolo appeso sotto il ponte romano di Poin-Saint-Martin, 2021
Breuli-Cervinia
In questo storico Carnevale ci sono tre momenti importanti: la restituzione della Dama Bianca, il gran carnevale sugli sci e la sfilata della contessa Caterina di Challant e il Conte Pierre d‘Introd. La rievocazione infatti racconta di una fanciulla di una bellezza straordinaria che viveva nella valle del Breuil. Il gigante Gargantua la vide, se ne innamorò e decise di rapirla e di nasconderla tra le montagne. Gli abitanti della valle si riunirono per cercare la fanciulla e il gigante Gargantua, vistosi scoperto, decise di liberarla, riportandola tra la sua gente. In onore della liberazione della “ Dama Bianca” venne organizzata allora una grande festa con un ballo a cui parteciparono tutti gli abitanti della Valle D’Aosta vestiti di rosso e nero. Festa che ora rivive in una rievocazione a cavallo tra storia e leggenda che porta a Cervinia i personaggi storici di Verres Pierre d‘Introd e Caterina di Challant con il suo corteo a cui si accompagnano i Costumi di Breuil Cervinia e le figure leggendarie della Dama Bianca e del Gigante Gargantua. Dando vita ad un sentiero di fiaccole che accompagna i figuranti fino alla piazzetta dell‘Hostellerie des Guides dove verrà danzata la quadriglia.
Verres
Il Carnevale di Verrès rievoca un fatto realmente accaduto: alla morte di Francesco di Challant nel 1442, tutti i suoi averi andarono in eredità alle figlie Caterina e Margherita. La successione fu osteggiata dai parenti maschi di Caterina che quindi organizzò la difesa e si preparò alla guerra assieme al marito Pierre d’Introd. Caterina intanto cercava di ingraziarsi il popolo e scesero a Verrès per confrontarsi col Reverendo; dopo il pranzo i conti si presentarono sulla pubblica piazza di Verrès, mettendosi a ballare al suono del piffero e del tamburo, in mezzo al popolo che gridava e gioiva. Il ricordo di quel gesto altamente democratico viene tramandato nei secoli e nel 1949 decisero di rievocarlo nel periodo di Carnevale, fondando il Comitato del Carnevale Storico di Verrès. Come simbolo di continuità tra passato e presente, ancora oggi, il sabato di Carnevale, Caterina di Challant accompagnata dal consorte Pierre d’Introd, scende in piazza Chanoux per incontrare il popolo. La vicenda, che vede il coinvolgimento di circa 250 figuranti, si svolge in mezzo allo sfolgorio delle fiaccole, alle note delle trombe ed ai rulli dei tamburi per poi lasciarsi andare a balli e festeggiamenti. Si susseguono serate danzanti nell’antico Castello fino all’ultimo giorno di Carnevale, il martedì, che inizia con la distribuzione di polenta, saucisses, fisous, fisous et vin clair de notre, in piazza René de Challant. Nel pomeriggio, si snoda per le vie del borgo una sfilata di gruppi folkloristici e mascherati, carri allegorici, bande musicali, sempre accompagnati da Caterina e dal suo seguito in costume d’epoca.
Un ringraziamento a Gianluca Zatta per la foto del carnevale di Verres
Coumba freida
Definito il Carnevale più colorato della Valle D’Aosta, questa kermesse si contraddistingue per le originali maschere e i grotteschi personaggi che animano la sfilata. L’origine può avere due interpretazioni: una prende spunto dalle truppe napoleoniche che passarono lungo la vallata, l’altra da una leggenda nata in occasione del matrimonio di due anziani del villaggio che sentendosi un po’ in imbarazzo avevano deciso di vestirsi in maniera inusuale. La mascarada, ovvero la sfilata in maschera, è itinerante e si sposta di villaggio in villaggio, seppur regni il caos tra le fila, le figure hanno precise maschere e ruoli. Colori, tessuti e forme dei costumi rappresentano l’inizio della primavera e attingono significati dalla natura. Dopotutto La Festa del Carnevale è legata al grande esorcismo dell’avvicendarsi delle stagioni e alla rinascita della natura con l’esplosione di colori e di addobbi nei costumi dopo le lunghe e buie notti invernali. Si tratta di una festa dove sacro e profano si uniscono tra tradizione e leggenda unendo il risveglio delle stagioni con la storia reale. Tutti i personaggi sono emblematici e carichi di significato come ad esempio l’orso che rappresenta la fecondità e l’uscita dal letargo oltre che l’istinto animale che il domatore, ovvero la ragione, inutilmente cerca di domare. Per completare l’esperienza di questo evento, suggeriamo di visitare ad Allein, in frazione Ayez, la Mèizoùn di Carnaval de la Coumba Frèida, museo dedicato al tradizionale Carnevale della valle del Gran San Bernardo. Il museo, situato in una casaforte del XV secolo, propone un viaggio alla scoperta di questo caratteristico carnevale mettendo a confronto passato e presente con un allestimento fatto di documenti, foto, costumi e maschere.
Il Carnevale è una manifestazione che va a costituire una delle massime espressioni di cultura e folclore, un dualismo che mette d’accordo adulti e bambini, creando aggregazione e ilarità attraverso personaggi e attività coinvolgenti. Collega scenari passati e virtù attuali, attraverso un ponte che si prefigge di esorcizzare la morte e dar libero sfogo ai difetti. Per dimenticarci almeno per una settimana chi siamo e il nostro posto nella società. Una catarsi di cui avremmo avuto molto bisogno quest’anno, sarà la stessa esperienza viverla in video? Lo scopriremo, intanto iniziate a fantasticare come sarà nel 2022 e come organizzare il tour dei Carnevali partendo da Maison du Tatà.
Tradizioni, usanze e pratiche che resistono al trascorrere del tempo
Capitolo 2: Cartoline, disegni fatti a mano e l’importanza dei ricordi
Durante lo scorrere ordinario e irrimediabile del tempo, la memoria irrompe inattesa a saturare in modo imprevisto un istante, isolandolo in una dimensione extratemporale. Appaiono come varchi, aperti da reminiscenze involontari che risvegliano sapori e colori. Possono essere esperienze colme di un piacere delizioso e straordinario oppure sono rivelazione del dolore che irrompe rumoroso. Stiamo parlando dei ricordi, tema caro a Marcel Proust e a Maison du Tatà.
Maison du Tatà è custode di innumerevoli ricordi del paesino di Antey sotto forma di cartoline, foto e disegni risalenti a epoche passate. Una memoria storica che rivive attraverso immagini sbiadite, carta ingiallita e bianco e nero. La nostra famiglia ha conservato negli anni centinaia di materiali che oggi chiamerebbero reperti. Per noi erano e rimangono pezzi di vita, racconti di esperienze, frammenti di cuore. Rappresentano un’atmosfera e una civiltà votata alla lentezza, cresciuta col fruscio del vento e forgiata da valori solidi come le montagne; un tempo che ora appare sospeso e lontano ma che potrete assaporare a Maison du Tatà.
Immergersi in un foglio bianco disegnando e spedire cartoline scelte accuratamente è un gesto d’amore in disuso, sostituito da telegrammi repentini e digitali. Riscopriamo questi intimi atti di resistenza, riprendiamo in mano carta e penna e lasciamoci andare a un flusso emozionale ogni volta diverso, quasi terapeutico. Soprattutto di questi tempi frenetici in cui le giornate si addentano e non più mordono con curiosità e gusto. Scegliamo di prenderci cura dei ricordi e fermarli con impegno e grazia, non si meritano una bulimica archiviazione che si disperde nell’etere delle piattaforme tecnologiche. Cinzia Manetti comunica attraverso tratti appassionati e dolci la terra in cui ha trascorso la sua infanzia e adolescenza, come se la penna fosse un prolungamento del suo sguardo, e dando ai ricordi una sua personale interpretazione. Quale sarà la Vostra?
Per questo Maison du Tatà vi invita a disegnare, fotografare e scrivere a mano pensieri. Sia per sé stessi che quando si tratta di condividerli. È un accesso segreto verso la vostra anima, un manifesto di libertà. Un rinascimento artigianale e umano di cui abbiamo bisogno in questo Natale: biglietti, lettere, illustrazioni creati da una mano mossa da emozioni autentiche. Oltre che una sfida che Maison du Tatà vi invita a cogliere durante il soggiorno: spegnere i device e accendere la fantasia. Scattate e rappresentate con i colori gli spazi e le persone che compongono il territorio di Antey, immaginate le loro storie, cosa è accaduto negli appartamenti decenni orsono e sognate le antiche leggende che hanno da raccontare le montagne. E poi trovate un francobollo – un’altra sfida! – e condividete l’avventura con chi amate, creando i vostri ricordi.
Tradizioni, usanze e pratiche che resistono al trascorrere del tempo
Capitolo 1: Le piante officinali di Nonna Roselina
L’ERBECEDARIO DI NONNA ROSELINA
Esiste un universo in cui la natura incontra la cultura popolare: quella dei saperi, delle leggende, delle ricette e delle preparazioni domestiche. Ancora oggi questo antico sapere è tramandato da generazione a generazione e non è andata persa l’usanza di raccogliere erbe e fiori, farli essiccare e conservarli per unguenti, rimedi e decotti. In passato nonna Maria Roselina, conosciuta da tutti come “La Rosetta”, aveva trasformato due stanze per essiccare e conservare erbe e fiori che sarebbero serviti per la preparazione di infusi, tisane e decotti. Aveva un vecchio libro che parlava di piante officinali, foderato con una bellissima carta da regalo, sicuramente riciclata, e dalle pagine ingiallite dal tempo e dal tanto leggere. Ranuncolo è l’appartamento oggi dedicato al ricordo dei profumi inebrianti delle piante officinali essiccate che nonna Rosetta raccoglieva con cura e amore per preparare infusi dagli effetti benefici. Le soluzioni provenienti dalla natura richiedono tempo e pazienza, ma sapeva che regalano la soddisfazione di fare qualcosa con le nostre mani, con consapevolezza e creatività, e di voler bene a noi stessi e agli altri. Una passione che anima da sempre l’approccio alla vita e alla collettività della famiglia Navillod. Raccoglieva personalmente le piante, risorsa preziosa in questo territorio poiché in questo microclima alpino e se coltivate ad alta quota, si arricchiscono naturalmente di principi attivi. Quando aprirete i mobili dell’appartamento Ranuncolo, chiudete gli occhi, immergetevi nel passato e sarà come affondare le mani in cassetti pieni di foglie, radici, fiori e semi essiccati che potrete con un po’ di fantasia toccare, sbriciolare, annusare e assaggiare.
Queste piante sono da secoli utilizzate nei rimedi naturali grazie alle loro proprietà antibatteriche, decongestionanti, antinfiammatorie, antisettiche, emollienti e rinfrescanti. La montagna garantisce un livello di purezza elevato grazie alla sua acqua incontaminata ed a coltivazioni prive di pesticidi. Se volete rispolverare questa magica usanza, queste sono le varietà botaniche, le principali tecniche di lavorazione e gli usi comuni: lavanda (distillato, per infusi, profumare ambienti), timo (distillato, in cucina, per infusi), salvia (distillato, in cucina, per infusi), menta (distillato) e rosmarino (distillato, in cucina, per infusi), achillea (essiccazione), arnica (essiccazione, unguento), calendola (essiccazione, olio, per infuso), iperico (essiccazione, unguento), malva (essiccazione, olio, per infusi), piantaggine (essiccazione) e stella alpina (essiccazione).
UNA TRADIZIONE SEMPREVERDE ATTORNO AD ANTEY
La flora officinale spontanea delle aree montane rappresenta ancora oggi un grande potenziale da valorizzare per il territorio valdostano. Le preziose proprietà organolettiche dell’estratto e dei conseguenti derivati hanno portato allo sviluppo di progetti che realizzano prodotti erboristici, cosmetici e alimentari di ottima qualità. Coltivazioni e laboratori sostenibili sono visitabili a pochi chilometri da Maison Du Tatà, per continuare l’esperienza nel mondo delle pozioni naturali, acquistare un loro prodotto e degustarlo con il miele prodotto ad Antey.
Maison des anciens remèdes
Nella frazione Les Adams a Jovençan, a 40 minuti di macchina da Maison du Tatà.
È un museo dedicato alle piante officinale utilizzate dai nonni per curarsi da malanni attraverso fiori e erbe delle montagne della Valle d’Aosta. Ha l’obiettivo primario di conservare la memoria di pratiche e saperi terapeutici propri della cultura popolare valdostana. Inaugurata nel 2011, la Maison des anciens remèdes rappresenta a livello nazionale un centro di interpretazione delle piante officinali e dei loro usi tradizionali e moderni in Valle d’Aosta.
Alpiflora
Hône (AO), a 30 minuti da Maison du Tatà.
Alpiflora produce cosmetici naturali per la cura del corpo, nel rispetto della natura e delle tradizioni tramandate in famiglia. I loro prodotti di cosmesi naturale si prendono cura del vostro corpo tutelando, allo stesso tempo, l’ambiente. Dalle piante officinali direttamente coltivate, senza manipolazioni intermedie, vengono prodotti oli essenziali purissimi di timo, menta, salvia, rosmarino, lavanda ed estratti di stella alpina, arnica, achillea, piantaggine, iperico, malva e calendula.
Dottor Nicola Farmacista
Da tre generazioni questa realtà di fitocosmetici di montagna porta avanti l’impegno ad un utilizzo sostenibile delle migliori materie prime alpine per la formulazione di moderni ed efficaci cosmetici naturali, unendo così passato e presente, tradizione e innovazione. Il suo giardino sperimentale di piante officinali si trova nel cuore di Aosta, fra i campanili della Cattedrale e le mura romane, dove sono rappresentate circa 30 varietà di piante officinali dell’arco alpino. Su di una superficie di circa 400 metri quadrati il visitatore può scoprire ed apprezzare queste piante preziose che la natura ha donato a questa terra.
Il giardino di piante officinali del Dottor Nicola si trova ad Aosta in via M. de Sales, 4, a 30 minuti da Maison du Tatà ed è visitabile su appuntamento.
Il librone di nonna Rosetta anni orsono rappresentava uno scrigno di incomprensibili ricette magiche per i suoi giovani nipoti, ora la famiglia Navillod tramanda con affetto tutte le differenti proprietà salutistiche ed inestimabili racchiuse in quei versi ingialliti dal tempo. Il giardino incantato di Maison du Tatà è ancora la culla delle piantine officinali: il signor Navillod insieme alle figlie le coltiva con passione e le raccolgono con la medesima meticolosità e cura a seconda del periodo in cui le diverse piante offrono le condizioni migliori. Consigliamo anche agli ospiti di Maison du Tatà di perdersi in questi piccoli e romantici gesti d’altri tempi, ci rechiamo ancora per boschi e montagne a raccogliere fiori e erbe: un rito affine alla nostra filosofia di accoglienza votata allo slow living.
Vieni ad immergerti nella nostra storia, nel racconto di un popolo, nella vita del nostro pianeta.
In molti conoscono la Valle D’Aosta per le sue montagne, i suoi sapori tradizionali e le attività sportive che propone ai suoi visitatori.
Ma c’è un lato della Valle D’Aosta che non sempre viene raccontato e a cui oggi abbiamo deciso di dedicare quest’articolo. Stiamo parlando dell’arte e della cultura valdostana, caratteristiche uniche che possiamo ritrovare in santuari e chiese, luoghi portatori di antiche leggende e spiritualità.
Ne abbiamo selezionati tre, tutti facilmente raggiungibili direttamente dalla nostra location e adatti a grandi e piccini.
Scopri insieme a noi quali itinerari ti aspettano.
Il santuario di Gilliarey (2174 mt): escursione con vista memorabile
Il Santuario “de la visitation” apre la sua vista su tutta la Valtournenche, affacciandosi da Chatillon al Cervino e regalando ai suoi visitatori un panorama indimenticabile, aspetto da non sottovalutare se si è in compagnia di amanti della fotografia.
La cappella è stata fondata nel 1866 da Luigi Gorret, canonico del luogo. Al suo interno, tra i valori artistici che potrete ammirare, la serie di quattro affreschi realizzati dal pittore Joseph Lancia.
Al di sopra dell’altare, potrete notare la Sacra Famiglia, circondata da San Luigi, San Bernardo e San Michele, quest’ultimi, simboli che ricordano la tradizione dell’alpeggio; in particolare, il primo a indicare la data di salita (12 giugno) e il secondo, la data di discesa (29 settembre).
Nota molto interessante: a Triatel è possibile visitare il “Musée Petit Monde”, dove l’etnografia del territorio è una scoperta assolutamente da approfondire e in cui ci si può immergere nella vita degli abitanti del luogo, vita dura, scandita dai ritmi lenti del lavoro dei campi.
Per questo percorso, la partenza è prevista dalla Frazione Triatel (raggiungibile in auto) che insieme a Etirol prende il nome di “Petit Monde”, quello che nel passato era un villaggio isolato dal resto e autosufficiente. La durata dell’escursione è di circa 2 ore con un dislivello di 590 m.
La cappella di Ponty (1580 m): una passeggiata alla portata di tutti
Eretta a cavallo tra il 1720 e 1730, la cappella di Ponty si trova ai piedi di una parete di roccia e la struttura appare in perfetta sincronia con la natura, come fosse una gemma incastonata nella pietra.
Vederla per la prima volta è davvero un’emozione, il contesto in cui è inserita è fermo nel tempo: sulla sua strada potrete ammirare antichissime case di pietra e anche vecchio mulino; consigliamo di visitarla in inverno per essere immersi in un’atmosfera davvero fiabesca. La narrazione popolare vuole che verso la metà del ‘600 venne avvistata tra i dirupi una statua della Madonna proveniente dall’altro lato della Valle e nonostante i suoi abitanti la riportarono per tre volte alla cappella di appartenenza, la Statua si fece ritrovare sempre a Ponty.
Ora come allora, in questa piccola località, la devozione e la spiritualità continuano ad essere presenti e vivi. Oltre ad ammirare gli affreschi conservati all’ingresso, addentratevi all’interno della sacrestia dove vi accorgerete di una pendente canaletta in legno: in passato i devoti facevano scivolare lì le loro offerte.
La passeggiata ha una durata di 1h e 15 min, rientra sempre in quell’unione di frazioni chiamata “Petit Monde”. Questo percorso è consigliabile anche in mountain bike.
Armatevi di curiosità, Petit Monde vi aspetta!
Il santuario di Machaby (696 m): dove l’arte barocca risplende
Il Santuario di Machaby, dedicato alla Madonna delle Nevi, rappresenta uno dei luoghi più antichi della Valle D’Aosta e trova le sue origini nel lontano 1300. L’attuale edificio è frutto di aggiunte strutturali avvenute nei secoli, per ultime, a completare questo gioiello dell’architettura, furono costruite le navate laterali e la sacrestia.
Il Santuario, immerso tra boschi di castagni, si posiziona nella zona di Arnad ed è raggiungibile tramite una comoda escursione con partenza da un parcheggio vicino alla località Machaby.
La camminata in salita è di 15 minuti ed è semplificata da una mulattiera napoleonica destinata a portarvi direttamente al traguardo desiderato, un’occasione per percorrere orme originali e rendere il percorso avventuroso per i più piccoli che saranno ricompensati da una meravigliosa vista sulle valli.
Tra le sue affascinanti mura, riposava la statua della Madonna di cui porta il nome e quando venne scoperta, la definirono uno dei capolavori della scultura barocca in Valle D’Aosta. Oggi è possibile ammirare questa statua che risale al Seicento, nella chiesa parrocchiale di Arnad, poco distante.
Tra le leggende e miti antichi che amano questi luoghi, ne troviamo uno particolarmente intrigante che riguarda l’origine della celebrazione della Santa Messa il 5 agosto. Si narra che un giorno, in una caverna dove viveva una strega maligna, la quale imprigionava tutte le sue vittime, l’apparizione della Madonna delle Nevi aiutò i prigionieri a trovare la via di fuga. Quest’ultimi si misero in salvo: nacque così per ringraziarla un pellegrinaggio, che viene ricordato ogni anno.
La Valle d’Aosta è un libro aperto sulla sua cultura e storia antichissima, che affascinerà anche i più piccoli, tutta da scoprire attraverso percorsi naturalistici e visite a luoghi di culto pregni di arte, spiritualità e antichi racconti.
Si possono raggiungere e ammirare queste piccole gemme nascoste a piedi, in macchina o mountain bike, per immergersi in un viaggio alla scoperta dell’origine dell’uomo e alla scoperta di sé stessi.
Cosa ci direste se vi chiedessimo di descrivere cos’è per voi Maison du Tatà?
Forse soltanto una struttura in cui trascorrere qualche giorno di relax lontano dalla routine e dal caos cittadino.
Oppure – come ci auguriamo – un ambiente familiare e accogliente, una seconda casa pervasa da un autentico calore umano. Per noi che da generazioni abitiamo questa valle, Maison du Tatà è tutto questo e molto altro ancora.
È un pezzo della nostra vita, e una parte essenziale della storia della nostra famiglia.
Una passione secolare
Quelli che ora sono appartamenti moderni e dotati di ogni comfort, un tempo erano le semplici stanze della casa padronale e della vicina dépendance. Stanze che ancora oggi custodiscono gelosamente le storie, le passioni e il duro lavoro delle persone che le hanno abitate.
Rododendro ospita le radici della nostra famiglia. Situato nella casa padronale, ha visto nascere tre generazioni: il bisnonno Francesco, nonno Mario e papà Tarcisio.
Ranuncolo è il ricordo di profumi inebrianti. È la stanza in cui venivano essiccate le piante officinali che la nonna raccoglieva con cura e amore per preparare infusi dagli effetti benefici.
Fiordaliso è custode di una lunga storia. È la dolce memoria della bisnonna Elodie, che con i suoi capelli argentati e il suo cuore d’oro abitava questa stanza negli anni Trenta. È il ricordo dell’orticello che coltivava con le sue mani proprio di fronte all’appartamento. È il profumo del caffè turco che teneva sempre pronto su una meravigliosa stufa a legna. Ma è anche la vecchia sede del bazar aperto da nonno Mario e nonna Rosetta negli anni Cinquanta, e del negozio di articoli sportivi Centro Sci Cervino gestito da papà Tarcisio e mamma Rosanna negli anni Settanta. Noi – la quarta generazione – siamo cresciute scorrazzando tra gli stand dei capi di abbigliamento: abbiamo ereditato sogni e speranze, e respirato un patrimonio inesauribile di affetto.
Poi c’è Stella Alpina che, come uno scrigno, custodisce nostalgici ricordid’infanzia. Come quello del grande abete Douglas, che si trovava all’ingresso dell’appartamento prima della ristrutturazione degli anni Ottanta. Da bambine, sotto i suoi rami costruimmo il nostro rifugio: un luogo magico di ritrovo dove scambiavamo amicizia con i bambini nostri ospiti.
Ospitalità tramandata di generazione in generazione
È con Genzianella e Bucaneve che ebbe inizio la nostra storia di ospitalità.
È infatti nell’appartamento Genzianella che, nei primi del Novecento, il bisnonno Francesco ospitò le sarte di Casa Savoia e i primi turisti della Valtournenche, offrendo un servizio di affittacamere con il bagno sul ballatoio. Ed è proprio Bucaneve la prima stanza che nonno Mario riadattò come appartamento per vacanze negli anni Cinquanta. Al suo interno si trovano ancora la cassettiera e l’armadio appartenuti ai nostri bisnonni paterni.
Negli anni Ottanta, papà Tarcisio e mamma Rosanna ristrutturano completamente casa e dépendance, dando origine alla moderna struttura tuttora in uso.
A non essere cambiati in tutti questi anni sono la cura dell’ospite, la passione e l’orgoglio con cui mettiamo questi spazi a disposizione di amici e turisti.
Marchio registrato: uno sguardo al futuro
Il nostro progetto rappresenta la sintesi fra passato e futuro: abbiamo raccolto l’eredità di papà Tarcisio e mamma Rosanna, e abbiamo deciso di conferirgli un’identità precisa affinché possa divenire un riferimento riconoscibile quando si parla di accoglienza in Valle d’Aosta. Maison du Tatà è finalmente un marchio registrato e depositato, sinonimo di dedizione e amore per questa terra, ma soprattutto attenzione verso i nostri ospiti, per far sì il tempo che trascorrono da noi sia semplicemente indimenticabile.
Abbiamo così coronato oltre mezzo secolo di lavoro, consapevoli che non si tratta di un punto di arrivo, ma dell’inizio di un nuovo percorso da vivere insieme.
Perché l’ospitalità è una tradizione di famiglia, e farvi sentire a casa è il miglior modo per onorarla.
La regione famosa per essere la culla della cima più alta d’Europa, il Monte Bianco, ha recentemente deciso di puntare sulla valorizzazione culturale e turistica del suo fondovalle. Il Cammino Balteo – per questo motivo definito La Bassa Via della Valle d’Aosta – è stato ufficialmente aperto nella primavera dello scorso anno, anche se buona parte del percorso di medio-bassa quota era già percorribile da tempo.
Si tratta di un itinerario di 370 chilometri, con tracciato ad anello, che si sviluppa tra i 500 e i 1900 metri di quota e che può essere percorso in entrambi i sensi. Suddiviso in 24 tappe che si snodano lungo ben 48 comuni, da Pont-Saint-Martin a Morgex, il Cammino Balteo comprende anche tratti percorribili in bicicletta e a cavallo. Ciascuna tappa dura dalle 4 alle 6 ore circa, ma è possibile suddividere il percorso in modo diverso e percorrere le tappe in più riprese.
Il cammino Balteo
Il nuovo percorso – che prende il nome dalla Dora Baltea, il fiume che attraversa l’intera regione – si aggiunge così alle due Alte vie già esistenti ai piedi di Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso. Non più solo ghiacciai, complessi sciistici e rifugi: residenti e turisti possono ora esplorare anche i boschi e i borghi storici della Valle d’Aosta lungo un itinerario immerso nel patrimonio culturale, artistico, paesaggistico ed enogastronomico del territorio.
Nato in seguito ad un attento studio sulle potenzialità del territorio, il Cammino Balteo è percorribile tutto l’anno e quindi in grado di ospitare iniziative turistiche e attrarre visitatori anche in periodi di bassa stagione. Il tracciato è indicato da un triangolo giallo, rivolto verso il basso, con all’interno il numero 3. Informazioni aggiuntive e aggiornamenti sulla percorribilità dell’itinerario sono consultabili a questa pagina.
L’itinerario
Il percorso nel fondovalle parte da Pont-Saint-Martin, da cui si prosegue attraversando la bassa valle del Lys e procedendo verso Donnas, una delle capitali regionali del vino, e Arnad, famosa per l’omonimo lardo. Da qui il percorso si svolge su mulattiere in pietra passando attraverso borghi caratteristici e poco frequentati che gli abitanti conservano con grande cura.
Procedendo si passa lungo i centri della bassa valle d’Ayas, dov’è possibile fare una sosta nella splendida Riserva Naturale del Lago di Villa. Più avanti Saint-Vincent e la bassa Valtournenche con Antey-Saint-André, i pascoli de La Magdeleine e Torgnon. Si tratta di una zona di grande interesse storico e paesaggistico, che vi consigliamo di approfondire dando uno sguardo a questo articolo. Il Cammino Balteo prosegue quindi verso Nus, vicinissimo al Castello di Fènis, per poi risalire al Castello di Quart, attraversare la Valpelline e scendere nella bassa valle del Gran San Bernardo. Da qui si risale poco dopo a Vetan, da cui è possibile godere di una splendida vista sul Gran Paradiso, per poi riscendere nuovamente nei borghi di La Salle e Morgex, terre famose per la produzione di vino e miele.
Da Morgex parte il percorso in direzione opposta, che passa da Avise salendo verso i prati di Saint-Nicolas, per poi riscendere verso Arvier e Introd. Si prosegue quindi alla volta di Villeneuve, che ospita la centrale idroelettrica di Champagne costruita nel 1921, poi Aymavilles e il capoluogo Aosta, ricca di resti romani tra cui la nota Porta Praetoria. Poco dopo Fènis si raggiungono Chatillon, Issogne e Verres. Questi ultimi due borghi ospitano gli omonimi castelli, ottimi esempi di architettura medioevale nella regione. Da qui è possibile proseguire attraverso Arnad, Bard e Donnas fino a Pont-Saint-Martin.
Storia, cultura, paesaggio
Le tappe del Cammino Balteo sono ricche di suggestioni storiche e dominate da diversi tipi di paesaggi ed elementi naturali. Dai vigneti ai torrenti, dai prati ai borghi sospesi nel tempo, dalle atmosfere medievali ai resti di epoca romana.
La Bassa Via della Valle d’Aosta attraversa le aree che nel corso dei secoli sono state maggiormente plasmate dall’opera dell’uomo, e che per questo sono ricche di storia, cultura, arte e tradizioni. Ponti, chiese, castelli, torri e santuari scandiscono il cammino, percorribile attraverso strade asfaltate, vecchie mulattiere ben conservate e boschi di conifere e latifoglie.
Ciascuna tappa offre un’ampia varietà enogastronomica, architettonica e naturalistica di grande valore. Basti pensare al cosiddetto sentiero panoramico delle farfalle, situato poco dopo la valle di Cogne, che ospita ben 96 specie diverse di farfalle.
Il tutto condito da numerosi scorci su tratti suggestivi e poco conosciuti del territorio valdostano.
Il Cammino Balteo può essere percorso da grandi e piccini durante tutto l’anno, rappresentando così un’ottima alternativa alle piste da sci e ai luoghi più frequentati della regione. Consigliamo vivamente di percorrere il cammino accompagnati da una guida turistica, così da poterne apprezzare a pieno i numerosi aspetti naturalistici, storici e culturali.
Con l’arrivo della primavera la neve si scioglie, le temperature aumentano e cresce la voglia di fare passeggiate ed escursioni. Con i suoi numerosi itinerari, dai più semplici adatti anche a bambini e anziani ai più impegnativi, la Valle d’Aosta è la destinazione ideale per gli amanti del trekking e dell’alpinismo.
Immergersi nella natura presenta però anche diversi rischi che è bene conoscere. Se sei un’escursionista alle prime armi, questo articolo ti aiuterà a pianificare correttamente l’escursione. Seguendo semplici consigli e accorgimenti, potrai assicurarti qualche ora di divertimento all’aria aperta in tutta sicurezza.
PRIMA DI PARTIRE: PIANIFICA L’ESCURSIONE
Valuta la tua preparazione fisica e quella degli altri partecipanti
Prima di partire, valuta attentamente il tuo grado di preparazione fisica e quello delle altre persone che verranno con te. Siete escursionisti esperti o siete fuori allenamento? Il percorso è adeguato alle vostre capacità? Disponete dell’equipaggiamento necessario ad affrontare escursioni impegnative in sicurezza?
Se nel gruppo ci sono anziani, bambini o persone con difficoltà fisiche scegli i percorsi più semplici e adatta il tuo passo al loro. Presta molta attenzione e tieniti pronto ad intervenire in caso di necessità. Ricorda che la maggior parte degli incidenti in montagna non si verifica nel corso di scalate impervie, ma durante normali escursioni e a causa di banali scivolamenti. Per evitare di farsi male è dunque sufficiente evitare di spingersi oltre i propri limiti.
Cerca informazioni sul percorso
Informati per bene sull’itinerario che vorresti percorrere. Puoi farlo consultando mappe e guide turistiche e, se necessario, chiedendo ulteriori consigli agli abitanti del territorio e ai gestori di rifugi. E non dimenticarti di Internet: articoli, commenti e recensioni possono fornirti informazioni in tempo reale su eventuali chiusure o deviazioni. Queste ti eviteranno di perdere tempo recandoti verso itinerari non percorribili.
Presta particolare attenzione alla classificazione dei percorsi: gli itinerari vengono infatti classificati diversamente in base al livello di difficoltà. Questo dipende dalle peculiarità del percorso stesso – lunghezza, dislivello, tipologia di terreno, segnaletica – dalla preparazione e resistenza fisica dell’escursionista, e dalla necessità di utilizzare o meno attrezzature specifiche.
Se non sei particolarmente allenato e ti sei avvicinato da poco al mondo dell’escursionismo, evita di strafare e opta per itinerari di livello Turistico (T). Si tratta di stradine brevi e facilmente percorribili, spesso ad anello e con un dislivello inferiore ai 500 metri. Altrettanto ben percorribili, ma più impegnativi sia per lunghezza che per dislivello sono gli itinerari di livello Escursionistico (E). Questi si svolgono su sentieri o terreni di vario genere – come pascoli o pietraie – ma sono comunque ben segnalati e quindi tutto sommato adatti anche ai non esperti.
Gli ultimi due tipi di itinerari sono invece consigliati solo ai ben allenati con uno spiccato senso dell’orientamento e un’approfondita conoscenza della montagna. I percorsi classificati come Escursionisti Esperti (EE) sono caratterizzati da terreni impervi, scoscesi e scivolosi con un dislivello maggiore di 1000 metri. I percorsi classificati come Escursionisti Esperti con Attrezzatura (EEA) sono particolarmente lunghi e richiedono elevata preparazione e resistenza fisica, nonché l’utilizzo di dispositivi di sicurezza e di equipaggiamento tecnico da ferrata.
Monitora le previsioni meteo
La peculiare orografia del territorio valdostano fa sì che esistano microclimi locali assai diversi anche a distanza di pochi chilometri. Le condizioni climatiche variano velocemente e spesso basta spostarsi in una città o vallata vicina per sentire la differenza. Per questo è essenziale tenere sotto controllo le previsioni meteo in vista di un’escursione. Per farlo è sufficiente uno smartphone, ma se cerchi informazioni più dettagliate puoi visionare le immagini in tempo reale delle webcam posizionate nelle diverse località della Valle d’Aosta. Controlla le previsioni del tempo tenendo in considerazione non solo il punto di partenza e quello d’arrivo, ma anche il tempo che impiegherai per concludere l’escursione. Se è prevista pioggia intensa nel giro di poche ore, meglio non rischiare.
Cerca di prevedere gli imprevisti
Informa amici e familiari del percorso che intendi fare e del tempo che ti ci vorrà per percorrerlo. Si tratta di informazioni preziose che risulteranno utili per allertare i soccorsi in caso di imprevisti.
Metti nello zaino un piccolo kit di pronto soccorso, un coltellino multiuso e un fischietto per richiamare l’attenzione in caso di cadute e incidenti minori.
Se l’escursione che hai programmato è lunga e impegnativa, assicurati di avere sempre con te un cellulare carico per chiamare il 112, il numero unico di assistenza. Il centralino provvederà a individuare la tua posizione e a collegarti in breve tempo con il Soccorso Alpino. La chiamata è sempre gratuita e può essere effettuata da qualsiasi telefono fisso o cellulare, anche senza scheda o senza credito.
Dal 2013 è attiva anche GeoResQ, l’App per la localizzazione, il tracciamento e l’invio di richieste di aiuto promossa da Club Alpino Italiano e Soccorso Alpino. Oltre a tenere traccia del percorso – per comunicare gli spostamenti ai soccorritori in caso di bisogno – l’App consente di inoltrare una richiesta di aiuto alla centrale operativa GeoResQ grazie alla funzione “Allarme”. Per utilizzarla è sufficiente scaricarla, registrarsi inserendo alcuni dati fondamentali e lanciarla quando si comincia l’escursione. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale GeoResQ.
Fai una checklist delle cose da portare
Una volta che hai scelto l’itinerario più adatto a te e messo in pratica i principali accorgimenti, stila una lista di tutte le cose da portare. Ti aiuterà a semplificare la pianificazione dell’escursione e a non dimenticare nulla.
DURANTE L’ESCURSIONE: EQUIPAGGIAMENTO E CONSIGLI UTILI
Vestiti a strati con abbigliamento tecnico
Come abbiamo detto poco sopra, in montagna il tempo è letteralmente imprevedibile, con cambi repentini e improvvisi sbalzi di temperatura. Indossa quindi capi tecnici e traspiranti in grado di trattenere il sudore (meglio evitare il cotone) e vestiti a strati, così da poter togliere i capi superflui quando fa caldo o aggiungere quelli necessari quando hai bisogno di ripararti da freddo, pioggia e vento. Assicurati di avere nello zaino un K-Way pronto all’uso, molto più utile dell’ombrello poiché utilizzabile anche in caso di forte vento. Ricorda infine di portare con te crema, occhiali e cappellino per proteggerti dal sole che, in estate e ad alta quota, può scottare come al mare.
Indossa scarpe specifiche peril trekking
La scelta delle scarpe dipende dalle tue esigenze. Ti servono per escursioni brevi o lunghe? Camminerai su strade asfaltate e facilmente percorribili o su terreni fangosi e scivolosi? Recati in negozio solo quando avrai un’idea ben precisa del percorso che farai, così da poter mettere i commessi nella condizione di aiutarti nel miglior modo possibile.
Esistono infatti diversi tipi di scarpe da trekking. Scarpe basse e scarponcini sono l’ideale per escursioni brevi e poco impegnative che non prevedono lunghe discese o tratti in alta montagna. Essendo leggeri e poco ingombranti sostengono bene il piede, permettendo una camminata veloce e riducendo il rischio di sviluppare vesciche. Lo svantaggio è dato dal fatto che la caviglia rimane libera e pertanto esposta al rischio di distorsioni, soprattutto nei tratti più sconnessi e nelle discese a fine giornata, quando la stanchezza si fa sentire.
Senza dubbio più sicuro è il classico scarpone alto, perfetto per sentieri difficili con terreni ostici che prevedono la salita e/o discesa di lunghi ghiaioni o l’attraversamento di ripidi pendii erbosi e di tratti innevati. Sono più pesanti e ingombranti dei precedenti, ma fasciano meglio il piede e sono dotati di suole scolpite antiscivolo che migliorano l’aderenza al terreno e garantiscono una totale impermeabilità.
Porta uno zaino comodo e capiente
Indipendentemente dalla durata o dalla difficoltà dell’escursione, lo zaino resta senza dubbio il compagno più fedele di ogni trekker. Elemento indispensabile per chiunque ami passare ore a contatto con la natura, lo zaino permette di portare con sé tutto il necessario per ogni evenienza: acqua, cibo, guide, cartine, bussola, attrezzatura, abbigliamento, materiale tecnologico, effetti personali e molto altro.
Ma qual è lo zaino da trekking ideale? Assicurati innanzitutto di sapere quali sono esattamente le tue necessità. In commercio esistono centinaia di zaini, ma per scegliere quello perfetto per te non puoi limitarti a individuare le migliori marche. Valuta piuttosto l’uso che vuoi farne e la stagione in cui lo userai. Per camminate di poche ore è più che sufficiente uno zaino di piccole dimensioni, leggero da trasportare e contenente il minimo indispensabile. Se l’escursione è più lunga e impegnativa avrai invece bisogno di uno zaino con una capacità maggiore in grado di contenere i ricambi di vestiario e tutto il necessario per trascorrere anche più giorni fuori casa.
Generalmente parlando, gli zaini migliori sono quelli tecnici con spallacci imbottiti e regolabili, scomparti interni, tasche esterne e schienale morbido con sistema di areazione che aiuta a non sudare sulla schiena. L’importante insomma è che sia comodo, pratico e spazioso.
Rispetta la natura e il territorio
Dice Gary Snyder che “La natura non è un posto da visitare. È casa nostra.” E noi non potremmo essere più d’accordo. La montagna è patrimonio di tutti, e viverla significa soprattutto immergersi nella sua natura per scoprire con stupore e curiosità tutte le sue meraviglie. Per cui evita di gettare a terra i rifiuti, di spaventare gli animali selvatici e il bestiame, di toccare i cuccioli, di strappare i fiori e di commettere atti di vandalismo che potrebbero provocare gravi danni. Assicurati inoltre di avere nello zaino un sacchetto con cui potrai raccogliere e portare a valle i rifiuti lasciati da altri.
Segui le indicazioni
Segui sempre le indicazioni facendo riferimento alle mappe e prestando attenzione alla segnaletica. In montagna, le indicazioni consistono prevalentemente in piccoli cartelli o segni in vernice colorata. Evita di prendere iniziative rischiose, come allontanarti dal resto del gruppo o seguire scorciatoie sconosciute, che potrebbero esporti al rischio di cadute. Se ti perdi e non sai come orientarti, cerca di tornare al punto familiare più vicino. Anche per questo dovresti sempre avere con te un cellulare carico. Così, chiedere aiuto agli altri membri del gruppo o mettersi in contatto con i soccorsi diventa decisamente più semplice.
Porta cibo e acqua a sufficienza
Anche la più corta e semplice delle escursioni spinge il nostro corpo a consumare calorie ed energia. Per godersi a pieno una bella camminata in montagna è indispensabile bere acqua fresca e consumare snack proteici ad intervalli regolari. Frutta secca, una barretta o un po’ di cioccolato vi aiuteranno a ricaricare le pile.
Goditi l’escursione
Seguendo questi utili consigli, potrai goderti i meravigliosi paesaggi di montagna senza troppi pensieri e preoccupazioni. E ricorda che le regole non scritte della montagna impongono di salutare le persone che incrociamo sul nostro cammino.
Gli appartamenti saranno pronti alla consegna dalle ore 15 del giorno del check-in, per arrivi dopo le ore 21 è previsto un sovrapprezzo. Chiediamo di lasciare gli appartamenti entro le ore 10 del giorno del check-out.
Cucina
Gli altri appartamenti sono attrezzati con piano cottura a induzione, stoviglie, pentole, forno elettrico, frigorifero, lavastoviglie, tostapane, bollitore, macchina del caffè Nespresso.
Nel bilocale Rododendro il piano cottura è a gas ed il forno è a microonde. Nel monolocale Bucaneve il forno è a microonde.
Non possiamo fornire alimenti ma raggiungerai in meno di 5 minuti di auto i supermercati più vicini.
Biancheria
Ogni appartamento è dotato della biancheria necessaria per cucina, bagno e letti, che vengono cambiati ogni sette pernottamenti. Offriamo la possibilità di noleggiare biancheria supplementare.
Pulizia
Ogni spazio viene accuratamente igienizzato, prevediamo un costo obbligatorio di 40/60€ a soggiorno.
Al check-out applichiamo costi aggiuntivi per le pulizie di stoviglie e angoli cottura sporchi.
Offriamo la possibilità di prenotare riassetti giornalieri dell’appartamento (servizio a pagamento).
Linea Cortesia
In ogni appartamento troverai: detersivo per i piatti, 1 capsula per la lavastoviglie, 1 panno in microfibra e 1 spugna.
La linea da bagno per l’igiene personale è realizzata con materie prime naturali, piante officinali ed erbe alpine.
I flaconi dei detergenti sono un complemento d’ arredo che dopo la tua partenza, sanifichiamo, riempiano e riponiamo in appartamento per il prossimo ospite. Per cortesia aiutaci a ridurre l’impatto ambientale della plastica, non gettare i flaconi della linea cortesia e non portarli con te: il giorno della partenza, lasciali nel lavandino.
Parcheggio
Disponiamo di spazio esterno privato per i nostri ospiti gratuito, limitato e non prenotabile; nelle vicinanze potrete trovare parcheggi pubblici gratuiti. Su richiesta riserviamo i nostri box auto a pagamento.
Lavanderia
Su prenotazione potrai utilizzare lavatrice e asciugatrice, al costo di 6€ a ciclo. Il servizio include detersivo per la lavatrice, ferro e asse da stiro.
Ogni appartamento è dotato di stendibiancheria.
Per i più piccoli
Per un soggiorno sereno offriamo gratuitamente rialzo da sedia, scalda biberon, sgabello, spondina, thermos, portavivande, vasca per il bagnetto e vasino.
Con un contributo di € 17 cad. è possibile prenotare lettino da viaggio, passeggino Trio High Trek e zaino porta-bimbi.
L’attrezzatura per i bimbi è soggetta a disponibilità e occorre prenotarla.
Biblioteca
In ogni appartamento troverai una raccolta di volumi dal valore speciale: si tratta di testi appartenuti alla nostra famiglia o regali di amici che condividono con noi la passione per la lettura.