LE STAGIONI DELLA VITA A MAISON DU TATA’
Tradizioni, usanze e pratiche che resistono al trascorrere del tempo
Capitolo 3 – La fiera di Sant’Orso
Continua il vostro viaggio accompagnati da Maison du Tatà alla scoperta di attività in Valle d’Aosta sospese tra passato e presente. Vi presentiamo la fiera di Sant’Orso, evento dell’artigianato valdostano che da oltre 1000 anni si tiene ad Aosta il 30 e il 31 gennaio.
La millenaria fiera di Sant’Orso quest’anno si svolgerà in modalità alternativa rispetto agli anni passati. La 1021 edizione della Fiera di Sant’Orso avrà nuova forma attraverso iniziative virtuali quali trasmissioni tv, interventi sui social network, contenuti interattivi sul sito web e attività nel centro storico di Aosta. Si tratta del più grande appuntamento della nostra regione, arriva ad ospitare anche 200.000 visitatori, e quest’anno si è riadattato all’emergenza sanitaria, rendendo fruibile a tutta Italia grazie allo sbarco online. Un’esperienza che consigliamo di vivere di persona, assaporando atmosfera e toccando con mano la storia di un popolo. Per l’edizione del prossimo anno infatti daremo possibilità di prenotare per la settimana in cui si terrà la fiera con un codice promozionale attivo dal 25 dicembre 2021. Venite a scoprire questo evento che racconta radici, passione per l’artigianato e le tradizioni della Valle d’Aosta.
Il programma dell’edizione 2021 lo trovate qui.
LA STORIA DI SANT’ORSO
Sant’Orso fu un presbitero di Aosta morto il primo di febbraio del 529 d.C., leggenda vuole che fosse solito distribuire calzari ai poveri, far sgorgare fontane toccando il terreno col bastone, guarire animali e produrre vino miracoloso. Sant’Orso era un uomo umile e prodigioso che a seguito dei suoi numerosi miracoli è ad oggi protettore del bestiame e protettore della nostra regione dalle inondazioni, nonché dai reumatismi e mal di schiena. Sant’Orso è il 1 febbraio, il giorno successivo il termine dell’omonima Fiera. Per la saggezza popolare inoltre rappresenta la celebrazione per la rinascita dal letargo, la fine dell’inverno. “Se feit clier lo dzor de sent-or l’ir baille lo tor et dor euncò pe quaranta zor” dice un proverbio popolare che descrive la tradizione secondo cui se il giorno di Sant’Orso il tempo è bello, l’orso si gira nel suo pagliericcio e dorme ancora per 40 giorni, il che significa che farà brutto per i 40 giorni successivi. Erano tempi, quelli, in cui in Valle vi erano ancora gli orsi e nacque la leggenda che segna il tempo per i prossimi quaranta giorni.
L’ESPRESSIONE QUOTIDIANA DI UNA STORIA MILLENARIA
L’artigianato rappresenta una delle espressioni più caratteristiche della Valle d’Aosta. La produzione artigianale è diffusa, diversificata e raggiunge punte di autentica eccellenza. Legata al territorio e alle tradizioni, da cui trae materiali ed ispirazione, è anche un mezzo per meglio conoscere l’anima della nostra regione e si intreccia con la storia della famiglia Navillod. L’artigianato valdostano è iniziato come un’arte semplice, rappresentazione di un mondo di valori importanti, di amore per l’ordine, per la famiglia e per le tradizioni. Ogni oggetto portava con sé, nella sua unicità, la forza espressiva di una civiltà che affrontava la vita con calma ed equilibrio, riflesso di un momento storico in cui il tempo scorreva più lento e ogni aspetto della vita umana assumeva grande importanza.
UN’ATTIVITA’ CON ANTICHE RADICI
Un tempo la realizzazione artigianale di attrezzi d’uso quotidiano era una costante in una società autarchica con limitati scambi commerciali. In particolare, durante l’inverno, quando i lavori in campagna erano ridotti, venivano fabbricati in casa strumenti di lavoro, attrezzi d’uso domestico, giocattoli, tessuti, abiti. Si lavoravano materiali come legno, pietra ollare, ferro battuto, cuoio, salice, pizzo, lana di pecora e canapa. Spesso questi oggetti erano abbelliti da intagli: le decorazioni più comuni erano costituite da disegni geometrici eseguiti col compasso, rosoni, ruote solari ed altri simboli di antica origine. Pezzi unici molto belli sono talvolta ricavati con pochi colpi di coltello, utilizzando rami contorti, nodi o cortecce creati dalla infinita fantasia della natura e lavorati dall’azione del tempo.
LE ORIGINI DELLA FIERA
Un tempo, la notte tra il 30 e il 31 gennaio si faceva la veglia degli artigiani che pernottavano in città in attesa di riprendere la fiera il giorno dopo. In questa fiera erano esposti strumenti, attrezzi caseari e articoli agricoli ma si trovavano anche cesti, botti, catini, rastrelli e collari per campanacci: capolavori di estro e pazienza. Fermavano in un ciocco di legno di noce emozioni e stupore. Non legno colorato, i mezzi poveri non lo consentivano ma si potevano usare per dare profondità e significato a dei dettagli. Si lavorava anche ferro, pietra, tessuto e ceramica tutto nel rispetto della tradizione locale e della sostenibilità: solo essenze che avevano vita stabile in Valle d’Aosta. Non era importante la riuscita perfetta del manufatto, ma la gioia che provavano mentre lavorano, la storia che raccontavano attraverso questa creazione. Ed era bello esibire il manufatto agli altri, condividere con tutti la soddisfazione di aver realizzato qualcosa manualmente.
Questa arte pastorale era rappresentata soprattutto da oggetti in legno a carattere artistico e statuine di animali e mestieri. Diventavano oggetto di scambio e compravendita – molto gettonati come regali per nipoti – muli, cavalli, mucche, galli e rappresentazioni di lavori rurali. A testimonianza che il cordone ombelicale con la tradizione e la celebrazione della vita rurale era imprescindibile. Ancora oggi le sculture intagliate si contraddistinguono per essenzialità, modestia e per la timidezza. Semplicità che rispecchia la gente di montagna.
LA FIERA IN EPOCA MODERNA
La regione ha il patrocinio dell’evento ma meritano menzione anche il Museo Artigianato Valdostano e l’Istituto Valdostano Artigianato Tipico che controlla lo sviluppo artigiano, che con i suoi negozi disseminati nella Valle, provvede alla commercializzazione dei prodotti durante l’anno. Oggi musica, gruppi folcloristici e vino caldo allietano una festa che coinvolge tutta la regione e non solo la nostra Valle. Partecipano hobbisti utilizzando un bancone lungo le vie della città e artigiani che espongono insieme nel tendono Atelier des Métiers. Nelle loro opere esposte, di professionisti e amatori, rivive ancora la memoria montanara, tenace e artigianale.
LE BOUTIQUE DELL’ARTIGIANATO VALDOSTANO, ALTRI EVENTI E MUSEI DA VISITARE
Nata come attività complementare nella pausa dei lavori agricoli, la scultura si è gradualmente evoluta e perfezionata. La produzione contemporanea si rifà ai modelli tradizionali, talora con rivisitazioni in stile più moderno, ma è sempre legata a stilemi locali. Le boutique rappresentano il fil rouge che collega la tradizione artigianale secolare alla produzione contemporanea. Ogni negozio è portavoce della qualità dei prodotti ed espressione tangibile dell’azione culturale e promozionale svolta dall’artista a tutela della loro provenienza e autenticità. I punti vendita che potete visitare durante il soggiorno a Maison du Tatà sono quattro, ubicati in luoghi suggestivi e di grande attrazione: Aosta, Ayas, Cogne e Courmayeur.
L’ESPERIENZA IMMERSIVA NELL’UNIVERSO ARTIGIANALE VALDOSTANO CONTINUA CON ALTRI EVENTI COLLATERALI:
- Due domeniche prima si tiene nello storico borgo di Donnas la Fiera del legno, quasi un’anteprima della Sant’Orso aostana.
- Ad agosto, si tiene anche la versione estiva della fiera di Sant’Orso, insieme alla Mostra concorso dell’artigianato.
- Rassegne minori si svolgono in diverse località della regione: a Cogne, Valgrisenche e Champorcher alcune mostre permanenti permettono di apprezzare la produzione locale.
- L’Artisanà, Istituto Valdostano per Artigianato Tipico, ha allestito 5 forniti punti vendita nelle principali località turistiche della Valle d’Aosta.
- A Fénis, a due passi dal noto castello, è visitabile il Museo dell’artigianato valdostano di tradizione (MAV) che espone oltre 850 pezzi di grande interesse.
Non solo 30 e 31 gennaio, la fiera di Sant’Orso ha sfumature per tutte le 4 stagioni ed è l’occasione perfetta per approfondire la cultura della terra che vi ospita e la storia della famiglia di Maison du Tatà. Per i viaggiatori che prediligono la stagione calda, a metà agosto ad Antey-Saint-André va in scena la Fiera dell’artigianato Valdostano di tradizione, terza fiera per importanza dopo Aosta e Donnas. Ai piedi del Cervino vengono esposte opere di scultura, intaglio e tornitura del legno, intreccio, lavorazione della pietra ollare, del ferro e del rame. Rappresenta la possibilità unica di ammirare ingegno e manufatti nel loro habitat naturale, dove secoli orsono prese vita questa immortale tradizione e che rieccheggia ancora tra le mura di Maison du Tatà.